venerdì 22 maggio 2015

Contesto storico

 Rivoluzione Russa del 1905


 

La Rivoluzione russa del 1905 ebbe luogo nell'Impero russo, in seguito alla sconfitta nella guerra russo-giapponese. La rivolta nasce dalla repressione da parte dell'esercito di una manifestazione pacifica degli operai di San Pietroburgo che si erano recati davanti al Palazzo d'Inverno per presentare una petizione allo zar Nicola II. Nel corso di un intero anno la rivoluzione si estese al mondo rurale e a quello operaio che prese a riunirsi in consigli rivoluzionari, i soviet.

Rivoluzione Russa del 1905
"La Domenica di sangue"
La Corazzata Potëmkin


1905 in Italia: l' età Giolittiana
 
Giovanni Giolitti

L' età giolittiana è quel periodo della storia italiana che va dal 1901 al 1914, un quindicennio circa che, a buon diritto, prese il nome dai governi di Giovanni Giolitti che caratterizzarono la vita politica italiana sino alla vigilia della prima guerra mondiale. Si svolse nell'ultima parte di quel periodo chiamato, a livello internazionale, Belle Époque.
L'età giolittiana si innesta sulla fine della Sinistra storica: è anticipata da un primo governo transitorio in un momento di crisi di Crispi, comincia propriamente dopo la crisi di fine secolo e ha una coda prima dell'instaurazione del regime fascista.

Il modo di fare politica di Giolitti fu chiamato del doppio volto: se al nord l’atteggiamento dello Stato era quello di mediatore, al sud la situazione si presentava piuttosto differente. Giolitti si serviva dei prefetti per reprimere duramente le rivolte contadine. Nel meridione credeva fosse giusto mantenere il pugno duro, senza stabilire una linea di dialogo. Venne accusato di aver esercitato pressioni politiche, di aver ottenuto voti grazie alla sua politica disinvolta.
Salvemini tracciò un quadro assai fosco della politica dello statista piemontese e affermò che “nessuno più di lui è stato così brutale, così cinico , così spregiudicato come lui nel fondare la propria potenza politica sull’asservimento, sul pervertimento, sul disprezzo del Mezzogiorno d’Italia; nessuno ha fatto un uso più sfacciato, nelle elezioni del Mezzogiorno, di ogni sorta di violenze e di reati”. 

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